IO, LORO E LE ROSE
Era il 2009, era caldo quindi presumibilmente era estate e, scrollando facebook, trovai l’annuncio di un’associazione che cercava nuovi volontari e mi proposi spontaneamente, non sapevo neanche di cosa si trattasse, lo feci non per salvare il mondo ma perché avevo bisogno di amici. Ed effettivamente li ho trovati.
O almeno…li avevo trovati.
Qualsiasi forma verbale ipotetica o passata credo che calzi perfettamente, come un preservativo ben messo.
Una delle attività dell’associazione era la vendita di beneficienza, nello specifico dovevamo vendere rose. Un puzzo di cimitero misto a San Valentino che neanche nei miei sogni più macabri.
E gente.
Stupida, perlopiù.
Una delle volontarie con le quali entrai immediatamente in sintonia era lei, il primo personaggio di questa saga che vi verrà raccontata dai diretti interessati: Judgy Bitch ed il sottoscritto, Nonno Nanni.
La coppia di amici più improbabile che si sia mai vista, letta, vissuta.
Ma no, comunque non fu Judgy che incontrai tra i gruppi di volontari (figurarsi) ma bensì Blondie.
Blondie era questo puffo biondo…puffetta. Magra però. Una puffetta magra coi capelli leggermente più corti. Molto estroversa, simpatica, alla mano e un gay in erba non è nessuno senza una bionda al suo fianco. Ricordo che il mio primo turno di vendita eravamo in piazza a San Maldarno e con lei e mi ammazzai dal ridere. Fu uno di quei legami istantanei, le classiche “anime affini”.
Certo, sì, ci ammazzavamo dal ridere ma avevamo venduto si e no 3/4 vasi di rose e, tra un cazzeggio e l’altro, vedemmo arrivare LEI.
Pallida, mora, incazzata e vestita come la signorina Trinciabue.
Borsa scura, unghie smaltate di rosso e ghigno in faccia e andatura a “ora vi spacco il culo”.
Fu questo il mio primo incontro con Chicca
– Allora! Io ho la colite, non mi sento per niente bene, ci sono problemi su tutte le altre piazze…perché non avete venduto niente? –
Rimanemmo in silenzio, io la guardai, di sfuggita però, perché un immenso imbarazzo mi stava divorando dentro.
– Ah! Ciao! Piacere, Chicca –
– Nanni –
– Chicca, guarda, hai ragione non siamo stati molto attivi, ora tesoro non preoccuparti che ci riprendiamo, è che ci siamo messi a chiacchierare perché lui è nuovo e… –
– Sì, sì, va bene. Oggi ho un buco alla Coop di Strullarchi, ho bisogno di gente perché c’è stato un casino allucinante e ingestibile te Blondie puoi andare? –
– Vado io! – m’intromisi, forse in tono di sfida
– Ah, bene, son contenta. Ci vediamo a Strullarchi alle 17:00, ora vado, ho da fare e ho la colite –
E come arrivò, così se ne andò.
Rimasi letteralmente basito. O ABASITO, come dice Chicca.
Il pomeriggio, nonostante la stanchezza della mattinata, arrivai a Strullarchi con un sorriso stampato in faccia. Come una vera diva entrai alla coop e mi avvicinai a Chicca che mi accolse col sorriso più falso che avessi mai visto.
– Ciaaaaao, allora ce l’hai fatta a venire…Nanni…giusto? –
– Sì, Nanni –
– Beeeeene! Io sono Chicca, scusa se stamani son stata un po’ così ma non ce l’avevo con te eh, ce l’avevo con Blondie perché così non si fa. Siamo amiche eh, però sono anche la coordinatrice quindi… –
– Eh, sì sì, certo- le risposi distrattamente perché la mia attenzione fu catturata dalla figura antropomorfa che era dall’altra parte dello stand. Indossava la maglietta dell’associazione e aveva in mano dei volantini che, goffamente, cercava di distribuire alle persone che passavano.
– Lei è la mia amica Judgy, non è nell’associazione ma ci da una mano quando siamo in difficoltà…scusa, ma che stai facendo? –
– Riempivo questi moduli…-
– Perché? – rispose stizzita
– Perché stamane ho fatto così – scheccai
– Chi te l’ha detto di fare così? –
– Blondie –
– Maremma gatta però eh! Comunque, JUUUUDGY, JUUUUUUUUUUDGY! Vieni, vieni qui –
Con l’aria di chi ha appena ricevuto l’obbligo di spostare un masso col mignolo della mano si avvicinò a noi, mi salutò (controvoglia) e ci presentammo
– Piacere Nanni –
– Piacere Judgy –
TBC Nanni
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